Valutazione del rischio bellico

Valutazione del rischio bellico, ordigni inesplosi

La valutazione del rischio bellico consiste nel valutare, attraverso una serie di informazioni e dati, la possibile (più o meno elevata) presenza, nelle aree soggette a lavorazioni, di residuati bellici esplosivi che possano costituire un pericolo per

  • l’opera che verrà realizzata e/o
  • la futura destinazione d’uso dell’area da bonificare e/o
  • dell’incolumità pubblica e/o privata

Alcuni buoni motivi per effettuare la valutazione del rischio bellico

Solo nel corso del secondo conflitto mondiale, furono sganciate sulle regioni italiane oltre 1 milione di bombe da parte di Usaf e Raf, pari a circa 350mila tonnellate di esplosivo. Gli esperti ritengono che una parte consistente di questi ordigni non subì una completa detonazione e addirittura il 10% non esplose del tutto (100.000 ordigni): una bomba su quattro potrebbe essere ancora da recuperare, ovvero l’equivalente di 25.000 ordigni per il territorio nazionale.

Gli ordigni che sono rimasti inesplosi nel sottosuolo consistono principalmente in bombe di aereo, anche di grandi dimensioni, oltre a granate di artiglieria, proiettili di mortaio e bombe a mano lasciate anche in superficie o nascoste in luoghi particolari per impedirne il ritrovamento (buche, pozzi, ecc…).